Le interviste impossibili – A cura di Giovanni Ballarini – Sant’Antonio protettore degli animali
Secondo un’antica tradizione e molte leggende, durante la notte del 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate agli animali è data la facoltà di parlare
Secondo un’antica tradizione e molte leggende, durante la notte del 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate agli animali è data la facoltà di parlare
Dopo il grandissimo successo dell’opera Falstaff al Teatro alla Scala del 9 febbraio 1893, Giuseppe Verdi (1813-1901), il grande compositore italiano, trascorre parte del suo tempo nella tenuta di Sant’Agata
La copia di una lettera di Gabriele d’Annunzio, esposta al Museo del Culatello di Polesine Parmense, ci racconta il rapporto fra lo scultore Renato Brozzi e il Vate e il suo grande amore per il parmense Culatello
Il tabarro era indumento tipico degli uomini di campagna
Pomponio Torelli (1539-1608), Conte di Montechiarugolo, diplomatico alle dipendenze del Duca Farnese, fu soprattutto letterato di valore. Fra i suoi scritti, questa straordinaria descrizione della “Antica festa crudele”, la maialatura che tutti gli anni permetteva di ricavare, dalle carni dei maiali, i salumi essenziali per la sopravvivenza delle famiglie contadine.
Il culatello è il frutto di un insieme di particolari caratteristiche ambientali, oltre che dell’abilità di mani esperte, che da generazioni si occupano della produzione di salumi in Emilia-Romagna
L’acqua del Grande Fiume è la linfa vitale per l’intero ciclo produttivo della zona di Parma, come di molte altre aree agricole del centro-nord Italia. Il culatello, dal canto suo, non avrebbe lo stesso sapore senza gli influssi di umidità derivanti dallo stesso Po, per non parlare dell’ovvio, ma non per questo trascurabile, bisogno di grandi [...]
Gianni Brera celebrò le impareggiabili caratteristiche estetiche del culatello, inserendolo in una lista di eccellenze alimentari del territorio parmense.
La fibula, l’osso di cavallo utilizzato per “sondare” i salumi, è uno uno strumento che, seppure antichissimo, è forse l’unico a non essere mai cambiato nel tempo.
La natura morta di Cristoforo Munari si inserisce in una vastissima produzione di quadri di questo tipo, incentrati sulla minuziosa raffigurazione della natura.