L’acqua del Grande Fiume è la linfa vitale per l’intero ciclo produttivo della zona di Parma, come di molte altre aree agricole del centro-nord Italia. Il culatello, dal canto suo, non avrebbe lo stesso sapore senza gli influssi di umidità derivanti dallo stesso Po, per non parlare dell’ovvio, ma non per questo trascurabile, bisogno di grandi scorte idriche per coltivare la terra. Gli affluenti del Po sono inoltre le vene di un territorio unico, capaci di irrorare le campagne e i boschi che rendono possibile il mantenimento e lo sviluppo della biodiversità. La Food Valley non sarebbe la stessa senza i suoi fiumi, intimamente connessi al principale corso d’acqua italiano.
Una siccità anticipata
Le recenti secche del Po sono preoccupanti, in quanto i livelli idrometrici del Po sono inferiori del 45% rispetto alla media annuale. Le autorità incaricate della tutela dei corsi d’acqua, in questo caso la “Autorità di bacino”, evidenziano come i dati attuali (risalenti agli ultimi giorni di marzo) siano associabili alle secche di fine agosto. Una siccità anticipata ha dunque colpito il fiume, portandolo addirittura a 2.90 metri sotto il cosiddetto “zero idrometrico”. Insomma: il Po sta soffrendo, e a risentirne saranno soprattutto i piccoli e medi produttori. È dunque importante salvaguardare le nostre risorse idriche, cercando di limitare gli sprechi. La siccità del 2017, poi non così lontana, causò perdite per 2 miliardi di euro all’industria agroalimentare. I fiumi del versante appenninico, numerosi ma più ridotti in termini di dimensioni, sono al minimo della loro funzione vitale.
Cosa fare?
La proposta dell’ANBI sembra essere tra le più concrete per limitare gli effetti potenzialmente catastrofici della siccità. L’Associazione nazionale, che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario operanti nel nostro Paese, chiede di attivare un “piano invasi”, che consisterebbe nella costruzione di bacini di raccolta dell’acqua piovana che, posizionati in punti strategici, servirebbero a rispondere alle esigenze degli agricoltori. Chiaramente la pioggia, che sempre più di rado si palesa nel centro-nord, è un elemento fondamentale per la riuscita del progetto
Un aiuto dalla comunità
Dei piccoli accorgimenti quotidiani, per quanto possano sembrare insignificanti, contribuiscono alla salute dei fiumi e del territorio intero. Ridurre al minimo lo spreco idrico potrebbe innanzitutto rappresentare un passo avanti, ma è necessaria una presa di coscienza collettiva sulla gravità di questa crisi. Tenere puliti i letti dei fiumi, così come i loro argini, è un’attività che può sembrare una goccia nel mare, ma che senza dubbio migliora la purezza delle risorse idriche, oltre che la vivibilità delle nostre comunità. Un esempio virtuoso, messo in atto negli ultimi due anni, è stato rappresentato dal comune di Polesine Zibello, centro della terra del culatello. I residenti sono stati coinvolti in un’iniziativa atta a ripulire il bosco fluviale dai rifiuti e dalla plastica. Si stima che ogni anno si depositino circa 460 kg di rifiuti ogni ora (sotto forma di microplastiche). Il premio destinato ai volontari è niente meno che una fetta di culatello di Zibello. La cura dell’ambiente, per quanto possa sembrare legata a dinamiche non dipendenti dal nostro comportamento quotidiano, è assolutamente cruciale per difendere il patrimonio del Giardino d’Italia, una terra senza eguali le cui bellezze sono un dono da gestire con costante responsabilità.