La Bassa parmense
La Bassa parmense, quella fascia di pianura che si estende tra il Po e la Via Emilia, è una zona di grande fascino e suggestioni disegnata dall’acqua, dai pioppeti, dalle fortificazioni signorili e dagli appoderamenti rurali che raccontano una lunga storia di lavoro.
Una terra ricca e generosa che d’inverno si nasconde tra le fitte nebbie per rinascere al caldo sole estivo; un territorio che nasconde, custodisce e dona al mondo sapori inestimabili ed indimenticabili come il Parmigiano Reggiano, la Spalla cotta di San Secondo e il grande Re dei salumi, sua maestà il Culatello.
Abitata sin dall’antichità, organizzata dalla centuriazione romana, la Bassa si sviluppò con le bonifiche benedettine del IX secolo che strapparono all’acqua terre poi coltivate e disseminate dai numerosi monasteri sparsi nella pianura. Nel tempo il dominio del Comune di Parma venne messo in crisi dalla forte nobiltà terriera che divise la pianura in zone autonome gestite col sistema feudale e facendo sorgere numerose architetture fortificate e palazzi, sedi delle più ricche e raffinate Corti parmensi: i Pallavicino a Busseto, Polesine e Zibello; i Rossi a San Secondo e Roccabianca; i Meli Lupi a Soragna; i Terzi a Sissa; i Sanvitale a Fontanellato.
La sua economia è da secoli legata all’agricoltura e alla zootecnia che hanno fanno crescere una fiorente industria alimentare. La rivoluzione agraria del XVIII secolo ridisegnò ancora una volta la pianura e si estese ovunque la tipica piantata padana: campi di foraggio e cereali segnati da olmi e filari di gelsi maritati alle viti. La Bassa venne punteggiata da migliaia di costruzioni rurali: si diffusero le case coloniche sul modello lombardo dette “le piacentine” e, più numerose, quelle caratterizzate dalla “porta morta”, la tipica casa parmigiana.
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Da visitare
Nella Bassa parmense
Importante porto commerciale sul Po e centro agricolo, sorse su un “polesino”, un isolotto creato dal Grande Fiume, che oggi lo lambisce. L’Antica Corte, voluta dai Pallavicino, è oggi sede del Museo del Culatello.
Capitale dello Stato dei Pallavicino, città ricca di arte e storia, edifici religiosi e musei, deve la sua fama a Giuseppe Verdi (1813-1901) che nacque alle Roncole e visse a Sant’Agata.
Centro agricolo sviluppatosi lungo il Po, deve ai Pallavicino la costruzione della Rocca e dell’edificio a portici che limita la sua piazza. Al clima umido si deve la produzione dei Culatelli.
Di antiche origini longobarde e vivace centro commerciale, la sua storia è legata alla famiglia Meli Lupi, la cui ricca residenza signorile, abitata da oltre 500 anni, domina la piazza.
Il villaggio agricolo medievale, chiamato Arzenoldo cambiò il nome in Roccabianca quando Pier Maria Rossi donò l’imponente fortificazione all’amata Bianca Pellegrini.
Importante centro agricolo di antiche origini medievali, San Secondo è dominato dalla Rocca dei Rossi – famiglia che governò il paese per lungo tempo – che la trasformò in sontuosa residenza rinascimentale
A pochi chilometri dall’abitato di San Secondo, nel cuore della campagna, sorge la pieve di San Genesio, il monumento più antico della Bassa parmense.
Borgo di antichissime origini, è delimitato dalle anse dei fiumi Po e Taro e fu per secoli importante snodo strategico per l’accesso alle vie d’acqua. L’imponente torrione del 1440 caratterizza ancor oggi il profilo cittadino.
Importante centro agricolo, sorto in epoca medievale alla confluenza del canale Lorno col torrente Parma, fu feudo dei Sanseverino e poi residenza estiva dei duchi di Parma, che la trasformarono in villa di delizie. Oggi il Palazzo Ducale ospita ALMA, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana.